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Aziende biologiche in Friuli

La realtà dell'agricoltura biologica in FVG

Nella regione Friuli Venezia Giulia sono presenti circa 350 aziende di produzione con metodo biologico, 368 per la precisione, che rappresentano circa il 2% del totale delle aziende.

Concentrate prevalentemente nell’area collinare e dell’alta pianura friulana, tali aziende producono su circa 3.000 ettari e le colture prevalenti sono le cerealicole (35%), le foraggere zootecniche (21%), le viticole (11%) e le frutticole (11%).


Dopo la forte espansione registrata fino agli anni 2000-2001, si è assistito ad un progressivo rallentamento. Attualmente la situazione è sostanzialmente stabile. 


Il settore biologico regionale è caratterizzato da un ridotto numero di aziende di modeste dimensioni medie, attive in diversi comparti produttivi e, pertanto, con poca incidenza sul mercato dei singoli prodotti. La ricchezza del paniere produttivo a livello di singola impresa permette l’apertura di punti vendita aziendali, ma rende più difficile la relazione con i trasformatori (cantine, forni artigianali) e con i negozi specializzati.

Il metodo di produzione biologico è un sistema di gestione dell’impresa agricola che implica l’adozione di tecniche colturali idonee a preservare la struttura e gli equilibri micro-organici del terreno, l’utilizzo di varietà
vegetali adatte all’ambiente specifico, l’esclusione dell’utilizzo di fertilizzanti ed antiparassitari di sintesi, il divieto di utilizzo di organismi geneticamente modificati ed il controllo, da parte di enti terzi autorizzati, su tutte le fasi della produzione, dalla lavorazione alla trasformazione dei prodotti.

Gli obiettivi che si intende raggiungere con tale metodo di produzione riguardano l’eliminazione dei rischi di contaminazione ed inquinamento dell’ambiente naturale, l’ottenimento di prodotti agricoli privi di residui chimici e la promozione del miglioramento e della conservazione della fertilità chimica, fisica e biologica del terreno. Il conseguimento degli obiettivi sopraindicati passa attraverso l’integrazione all’interno dell’azienda di diverse attività complementari, soprattutto adottando una diversificazione nei sistemi colturali e di allevamento. Altri passaggi fondamentali sono l’utilizzazione di risorse e materie prime ottenute all’interno dell’azienda, l’uso di antiparassitari e concimi di esclusiva derivazione naturale, la scelta di varietà vegetali adatte all’ecosistema locale e l’adozione di metodi di conduzione dell’allevamento che siano rispettosi dell’animale e dell’ambiente (uso di mangimi biologici, utilizzo di farmaci veterinari omeopatici o naturali, rispetto delle norme sul benessere degli animali, ecc.). 

Come già accennato, la produzione biologica è soggetta al controllo
di enti privati accreditati, autorizzati e controllati dal MIPAAF. Con cinque nuovi arrivi nell’ultimo anno, sono complessivamente sedici gli organismi di controllo accreditati, riconosciuti dal Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF), che certificano le produzioni biologiche in Italia, con più di mille addetti ed oltre un centinaio di sedi regionali.